Non avevo mai sentito parlare di questo film ma mi ricorderò di vederlo, quando la scuola me lo permetterà. Tante volte mi sono chiesta, guardando i miei amici più “liberi” di me,cosa fosse meglio tra studiare e divertirsi, sono curiosa per natura e ho capito che l’unica cosa che mi spinge a studiare è la sete di curiosità, forse l’unica in grado di spingerti ad aprire un libro che qualcun altro ti obbliga a studiare. Quando ho iniziato le superiori ed ho deciso di iscrivermi al liceo classico nutrivo la profonda convinzione che forse avrebbe potuto essere la scuola in cui trovare risposte alle mie domande, ed essere una scuola dove non ci fosse bisogno di domandarsi se fosse meglio studiare o divertirsi perchè l’uno si confondeva con l’altro. Oggi ho un’altra sicurezza: non è così, esistono solo i programmi, le interrogazioni, i compiti in classe, e io mi sento davvero stretta in quella classe. Nella sezione divertimento la ragazza annovera leggere e io credo che sia così, perchè è nei libri, non in quelli che mi “consigliava” la scuola, che ho trovato un’evasione dalla vita di tutti i giorni ma soprattutto una cura per l’anima. Vorrei poter dire un giorno: a studiare ci si diverte, ma so che almeno per ora non è mai stato così perchè non c’è nulla di divertente nell’ansia di finire il programma o in un professore che non sa darti nulla ma che si limita a metterti in bocca, come a degli uccellini, nozioni che tra un anno neanche ricorderò più! Avevo dodici anni quando ho visto per la prima volta “L’attimo fuggente” e forse sarò stata anche troppo influenzata, ma è quello il genere di professore che vorrei avere.. e che purtroppo so di non poter trovare.
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